Luigi Zanzi (Varese, 1938-2015), dopo gli studi classici si laurea in giurisprudenza con lode a Pavia nel 1961. Diviene docente universitario di Metodologia delle scienze storiche prima a Genova e poi a Pavia e infine anche di Filosofia del diritto a Varese. Dagli anni sessanta, e per oltre un quarantennio, è avvocato attivissimo e altamente apprezzato a Varese e a Milano. Fu uno studioso eclettico con una cultura che si potrebbe definire “rinascimentale”, il cui contributo ha interessato vari campi, dalla storia all’epistemologia, dalla storia della cultura e dell’arte alla storicità della natura (“eco-storia”), dalla storia socio-religiosa alla storia politico-sociale.

 

Una trama sottile di “affinità elettive” ha scandito la sua vita con incontri decisivi.

Con Ludovico Geymonat fondò l’Istituto Geymonat per la filosofia della scienza. Con Ilya Prigogine, premio Nobel per la chimica, avviò una meditazione comune per un nuovo “umanesimo scientifico” che unisse le due culture. Grazie al confronto con Eugenio Garin e Cesare Vasoli maturò una profonda riflessione sul metodo “naturalistico” di Machiavelli. Con Adolphe Rey e Reinhold Messner condivise la passione per la natura e la montagna. Grazie allo studio della storia dei Walser e alle sue geniali intuizioni, si è imposto come il maggior storico contemporaneo delle Alpi. Va ricordata anche l’amicizia e la militanza federalista con Altiero Spinelli e Mario Albertini, in seguito con Antonio Padoa-Schioppa. Fin da giovane egli è stato fautore convinto dell’ideale dell’unità europea. Ha sviluppato una propria riflessione sul federalismo che ha la sua originalità nell’importanza da lui attribuita al ruolo delle regioni nell’Europa del futuro.

 

Ha praticato l’alpinismo in varî ambienti, compiendo anche molteplici spedizioni in Himalaya, sia sul versante del Tibet, sia sul versante del Nepal, dedicando particolare attenzione alla ricostruzione “in luogo” della storia del popolo Sherpa. Dagli anni settanta ha studiato appassionatamente la storia dei Walser, popolo nomade delle Alpi, frequentando e visitando i luoghi dei loro insediamenti. A Macugnaga ha dato vita, insieme ad alcuni Walser del luogo, alla “Comunità del Vecchio Tiglio – Alte Lindebaum Gemeinde”, che ha come scopo la salvaguardia della cultura Walser e, con il sostegno e l’aiuto di Beba Schranz e del Comitato della Comunità Walser di Macugnaga, ha ideato la Fiera di San Bernardo.

Si è occupato di ricerche storiche su diversi argomenti e ha dedicato per molti anni particolare attenzione alla storia della montagna e della sua cultura. Tra le sue opere si ricordano:

­I Walser nella storia delle Alpi, (in collaborazione con E. Rizzi), Jaca Book, Milano, 1988;

 

Montagna una cultura da salvare (edito dal Comitato Italiano per l’Anno Internazionale delle Montagne ­ 2002 in occasione dell’High Summit tenutosi a Milano il 7 maggio 2002);

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Dolomieu: un avventuriero nella storia della natura, Jaca Book, Milano, 2003;

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Un pensiero montano: la filosofia di Reinhold Messner, Cda & Vivalda, Torino, 2004;

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Le Alpi nella storia d’Europa, Cda&Vivalda, Torino, 2004;

 

Albrecht von Haller ­ Un “illuminista eclettico” tra laboratorî della scienza e sentieri delle Alpi, Fondazione Enrico Monti, Anzola d’Ossola (VB), 2009;

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Pensare il Cervino nella sua immagine e nella sua storia, in Luisa / Beat H. Perren, Cervino La gran becca ­ Ascensioni lungo le vie classiche, Fondazione Enrico Monti, Anzola d’Ossola (VB), 2009;

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Monte Rosa: la “montagna della storia”, in Il Grande Monte Rosa e le sue genti (a cura di Fondazione Enrico Monti ­ Studi Alpini), Fondazione Internazionale Monte Rosa-Fondazione Enrico Monti, Anzola d’Ossola (VB), 2010;

 

Messner tracks i musei dell’avventura. Un itinerario fotografico e filosofico (con R. Messner e P. Zanzi), Skira, Milano, 2013.